Pubblicazioni 2019

Libri dei docenti di Italianistica pubblicati nel 2019

Copertina_Margini

Maria Antonietta Terzoli (dir.)

Margini. Giornale della dedica e altro 13, 2019

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Collegato all'Archivio informatico della dedica italiana, "Margini. Giornale della dedica e altro" vuole essere un giornale di scambio intellettuale e di riflessione teorica e storica su un argomento che negli ultimi anni ha incontrato un crescente interesse nel mondo scientifico: le dediche e altre parti dell'opera che, operativamente e adottando una terminologia ormai in uso, possiamo chiamare paratesti. O anche, con formula solo in apparenza analoga, "margini del libro". Diretto da Maria Antonietta Terzoli, prevede un comitato scientifico internazionale: Alberto Asor Rosa (Università "La Sapienza", Roma), Andreas Beyer (Universität Basel), Mario Lavagetto (Università di Bologna), Helmut Meter (Universität Klagenfurt), Salvatore Silvano Nigro (IULM, Milano), Marco Paoli (Biblioteca Statale di Lucca), Giuseppe Ricuperati (Università di Torino), Sebastian Schütze (Universität Wien). Ne è previsto un numero all'anno, con dimensione variabile secondo la disponibilità dei contributi. Flessibile e funzionale alla ricerca, "Margini" si compone di tre sezioni, SaggiBibliotecaWunderkammer: la prima comprende studi inediti su dediche e marginalia di varia natura, la seconda propone in facsimile digitale articoli classici sull'argomento, la terza ospita trattatistica antica, antologie e raccolte di dediche, voci di dizionario, testi narrativi, iconografia e curiosità legate al tema. Elemento di coesione del giornale non è un'affinità metodologica o disciplinare, né una comune collocazione cronologica o geografica degli oggetti studiati, bensì una ricerca - anche molto differenziata nei metodi - su oggetti funzionalmente affini, benché tipologicamente dissimili e lontani nel tempo e nello spazio. Studiando il modificarsi di forme, strategie e funzioni di questo genere di testi, "Margini" ambisce a indagare il ruolo dello scrittore attraverso i secoli e le culture, ma anche ad analizzare la complessa, e spesso sofisticata interazione che si stabilisce tra le diverse parti di un'opera.

Le parti invariabili del discorso

Anna-Maria De Cesare

Le parti invariabili del discorso

Il volume, dedicato alle parti invariabili del discorso (preposizione, congiunzione, avverbio, interiezione), risponde a tre domande: Come sono concepite le parti invariabili del discorso nella grammatica tradizionale e quali legami si riscontrano con il modo di trattare la materia nella teoria grammaticale classica? Quali aspetti sono validi ancora oggi e quali sono invece i punti della teoria da rivedere o approfondire? Quali soluzioni sono proposte dalle teorie linguistiche moderne, che tengono conto di aspetti sintattici e pragmatico-testuali prima ancora che semantici? Vedremo che una riflessione critica sulla lezione tradizionale porta a individuare nuovi raggruppamenti nell'inventario delle parole invariabili e a creare una serie di nuove categorie o addirittura macrocategorie di parole invariabili.

Punteggiatura, sintassi, testualità

Angela Ferrari, Letizia Lala, Filippo Pecorari, Roska Stojmenova

Punteggiatura, sintassi, testualità nella varietà dei testi italiani contemporanei

Un'analisi comunicativo-testuale

Questo volume – alla cui scrittura hanno partecipato 52 autori – intende allargare lo sguardo sulla punteggiatura dalle varietà standard a varietà di italiano d’uso più marcate, aprendo anche, ma solo per cenni, all'italiano letterario. Il suo obiettivo è duplice. Con uno sguardo teorico, si tratta da una parte di mettere alla prova della variazione linguistica la concezione comunicativo-testuale della punteggiatura; con un atteggiamento più descrittivo, si vuole misurare la distanza che intercorre tra gli usi standard e gli altri usi della punteggiatura. A questo proposito, va osservato che i saggi proposti percorrono tutti gli assi pertinenti di variazione linguistica. Per quanto riguarda la diastratia, l’obiettivo consiste in particolare nel riflettere sugli usi interpuntivi di persone con una competenza scrittoria ridotta, con particolare attenzione ai testi degli apprendenti scrittori. Quanto alla diafasia, l’attenzione va a testi settoriali (scientifici, giuridico-amministrativi ecc.), così come alla costellazione di articoli giornalistici, che spazia tra varietà cosiddette “brillanti” e varietà più trascurate come quelle della cronaca dei quotidiani locali. Sempre relativamente alla diafasia, viene trattata ancora per esempio la lingua della traduzione verso l’italiano, che conduce a riflettere sugli effetti del contatto linguistico. L’asse di variazione diamesico ci porta dal canto suo ad affrontare per esempio il campo delicato – e cruciale per gli effetti che ha sulla scrittura neostandard – della comunicazione mediata dal computer, con tutte le sue molteplici sottovarietà.

Che cos'è un testo

Angela Ferrari

Che cos'è un testo

Come si può descrivere un testo? Quali sono le sue peculiarità semantiche, lessicali, sintattiche e interpuntive? Partendo dall’intuizione, il libro offre via via gli strumenti concettuali che permettono di rispondere a queste e altre domande in modo semplice e costruttivo, sulla base di una ricca batteria di esempi non fittizi. Al centro sta la definizione offerta dalla linguistica del testo, la quale ruota attorno al concetto di architettura testuale. Tale caratterizzazione, che privilegia i testi scritti d’uso e si articola in quattro capitoli, è preceduta da una breve storia della trattazione del testo, la quale ci fa risalire fino alla retorica antica, ed è seguita da tre capitoli che, dialogando con quelli precedenti, affrontano per contrasto il testo parlato, quello mediato dal computer e quello letterario.

A norma di (chi) legge

Jean-Luc Egger

A norma di (chi) legge

Peculiarità dell'italiano federale

Il volume intende promuovere una migliore conoscenza delle caratteristiche dell’italiano amministrativo e giuridico usato dalle autorità federali svizzere ("italiano federale"). A tal fine analizza secondo una prospettiva interna le tensioni – in parte contraddittorie – a cui è esposta tale variante linguistica in quanto linguaggio delle autorità ma anche in quanto lingua di traduzione. L’ipotesi che si propone è che l’italiano federale presenta determinate caratteristiche dovute al fatto di risultare da un duplice processo di traduzione: in primo luogo traduzione interlinguistica, poiché la stragrande maggioranza dei testi federali nascono in tedesco o in francese, e poi traduzione intralinguistica per adeguare il dettato allo stile proprio alle autorità o stile istituzionale. Ognuno di questi processi traduttivi è governato da determinate regole operative e vincoli, che incidono a loro volta sull’esito linguistico finale.